Proteggersi dall'arsenico: un metalloide insidioso

Proteggersi dall’arsenico, un metalloide insidioso e sempre presente

da Alessio Sabusco
9 minuti lettura

L’arsenico è un metalloide insidioso costantemente presente nel nostro ambiente. Questo semimetallo grigio-bianco ha una varietà di usi, ma la sua tossicità può avere effetti negativi sulla salute umana. Essere consapevoli dei vari modi in cui si possa venirne a contatto è il primo passo per proteggersi dall’arsenico tramite le migliori misure necessarie.

Uno dei principali utilizzi dell’arsenico è nell’agricoltura come insetticida e fitofarmaco fino al XX secolo. Tuttavia, il suo utilizzo a tale scopo è diminuito a causa della sua tossicità. In passato, l’esposizione all’arsenico attraverso cosmetici era comune, specialmente nell’epoca vittoriana in cui un pallore artificiale causato dall’utilizzo di arsenico era considerato di moda. Anche l’utilizzo del legno trattato con arsenocromato di rame nelle costruzioni rappresenta un pericolo per la salute umana.

Anche il settore medicale ha utilizzato l’arsenico nel trattamento della sifilide e della leucemia promielocitica acuta, anche se questi usi sono stati superati da nuove terapie più sicure ed efficaci.

C’è poi l’elettronica che fa uso dell’arsenico come semiconduttore nei circuiti integrati e nei pannelli fotovoltaici. L’arsenico veniva utilizzato anche in passato come colorante per dolciumi e nella disinfestazione dalle termiti.

Le fonti di esposizione

Esistono diverse fonti di esposizione all’arsenico nella nostra vita quotidiana. Il cibo è una delle fonti principali, soprattutto per quanto riguarda i pesci, i crostacei e i molluschi che possono contenere arsenico organico non tossico. I cereali e i prodotti a base di cereali possono essere altamente contaminati da arsenico inorganico, in particolare il riso.

Anche l’acqua potabile può essere una fonte di arsenico se proviene da sorgenti naturalmente contaminate o se viene utilizzata per irrigare campi coltivati. Ti consigliamo di usare a casa una caraffa filtrante con filtri attivi oppure un sistema di filtraggio con sistema di osmosi inversa da posizionare sotto il lavandino. In un unico istante farai a meno del costo delle bottiglie di plastica, aiuterai l’ambiente e soprattutto berrai acqua pura come alla sorgente!!!

Il fumo di tabacco è un’altra via di esposizione all’arsenico poiché la pianta assorbe questo metalloide dal terreno.

Esposizioni professionali, a processi industriali con arsenico, rappresentano un altro rischio potenziale. Inoltre, l’aria può contenere tracce di arsenico dovute alle attività vulcaniche e alla decomposizione dei minerali.

Proteggersi dall’arsenico e dalle patologie correlate: le malattie professionali

L’esposizione a elementi tossici come l’arsenico può rappresentare un rischio immane per la salute dei lavoratori, scatenando una serie di patologie gravi ed in alcuni casi persino irreversibili. Nel nostro paese la necessità di tutelare i diritti di questi lavoratori si manifesta attraverso il lavoro svolto dall’INAIL, tramite l’istituzione di specifiche liste delle malattie professionali riconducibili a tale esposizione.

Le affezioni derivanti dal contatto cronico o intensivo con l’arsenico possono variare grandemente nel tipo e nella gravità. Alcune delle più comuni comprendono:

  • anemia emolitica
  • polineuropatia periferica, una condizione degenerativa che colpisce il sistema nervoso periferico
  • melanoderma, una notevole iperpigmentazione della pelle
  • cheratosi palmo-plantare, un ispessimento anomalo della pelle nelle mani e nei piedi
  • ulcere cutanee
  • epatopatia tossica
  • tumore del polmone e della cute

Si possono verificare anche sintomi oftalmici e respiratori come congiuntivite cronica, rinite, rinofaringite e faringite nonché perforazione del setto nasale.

L’esposizione all’arsenico può avvenire per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo. L’avvelenamento acuto può provocare vomito, diarrea, insensibilità, crampi ed eventuale morte. L’esposizione cronica a basse dosi riproduce cambiamenti nella pigmentazione della pelle, lesioni cutanee, tumori, diabete, malattie cardiovascolari, danni allo sviluppo fetale.

Tutte queste patologie sono comprese nella lista I dell’INAIL citata precedentemente. L’inserimento in questa categoria comporta la “presunzione legale” di origine professionale, cioè: se un lavoratore sviluppa una di queste condizioni e si evidenzia che è stato esposto all’arsenico nell’ambiente di lavoro, la malattia verrà presumibilmente attribuita all’attività lavorativa.

Proteggersi dall’arsenico: riconoscimento della malattia professionale

Per garantire tale riconoscimento e i conseguenti diritti risarcitori, oltre alla prova medica della malattia, è fondamentale dimostrare anche l’esistenza concreta dell’esposizione all’arsenico nel luogo di lavoro.

Vi è poi una seconda lista delineata dall’INAIL, nota come lista II. In essa troviamo patologie tra cui vari tipi di tumori (rene, vescica, prostata) e patologie legate al fegato e alle vie biliari. Queste presentano un collegamento meno diretto con l’esposizione ad arsenico – da qui nasce il termine “origine lavorativa a probabilità limitata” utilizzato per descriverle.

A differenza delle patologie ricadenti nella Lista I, non vi è presunzione legale per queste condizioni: in altre parole il lavoratore che presenta una di queste patologie avrà il compito più gravoso di dimostrare il nesso causale tra l’arsenico e la sua malattia, al fine di ottenere i benefici previsti dalla normativa vigente.

Proteggersi dall’arsenico: la normativa comunitaria e italiana

In Europa, il valore limite per l’arsenico nell’acqua potabile è di 10 µg/L (microgrammi per litro), come stabilito dall’OMS e recepito dalla Direttiva Europea 98/83/CE. Nonostante ciò, esiste una certa criticità riguardo a questo valore limite poiché esso si basa su effetti tossici diversi dal cancro ed inoltre va considerato che il meccanismo d’azione cancerogeno di questa sostanza non è stato ancora compreso con esattezza.

Anche in Italia il valore limite è di 10 µg/L ma sono state concesse deroghe temporanee in alcune aree colpite da contaminazione naturale diffusa. Il dibattito su tale questione sta continuando poiché alcuni organismi come EFSA e JECFA sostengono la necessità di ridurre l’esposizione all’arsenico, mentre SCHER ritiene che il rischio di cancro sia trascurabile e non ci sia bisogno di abbassare il valore limite attuale.

Attualmente, la ricerca si sta concentrando sul miglioramento della comprensione del meccanismo d’azione cancerogeno dell’arsenico così come sullo sviluppo di nuove tecnologie per rimuoverlo dall’acqua potabile. Cercare soluzioni per proteggersi dall’arsenico rappresenta una priorità nella tutela della salute pubblica.

Per limitare l’esposizione all’Arsenico sono raccomandate alcune misure preventive come consumare meno riso e prodotti a base di riso che possono contenere alte concentrazioni di arsenico inorganico, scegliere cereali a basso contenuto di arsenico e bere acqua potabile filtrata che riduce il rischio di contaminazione.

Prevenzione

È importante adottare misure di prevenzione per evitare l’esposizione all’arsenico sul lavoro. Le misure di prevenzione possono includere:

Per concludere va ricordato che l’arsenico è un nemico insidioso che può avere gravi ripercussioni sulla nostra salute. È importante essere consapevoli delle diverse fonti di esposizione e prendere le adeguate misure per proteggerci. La ricerca in corso continua a indagare sui meccanismi dell’azione cancerogena dell’arsenico al fine di sviluppare soluzioni più efficaci per eliminare questo metalloide dall’acqua potabile.

Per maggiori informazioni sui rischi dell’arsenico e sui valori limite nelle acque destinate al consumo umano, è possibile consultare i seguenti siti web:

  • Organizzazione Mondiale della Sanità: l’acqua contaminata utilizzata per bere, preparare il cibo ed irrigare le colture alimentari rappresenta la più grande minaccia per la salute pubblica derivante dall’arsenico;
  • Ministero della Salute: la tossicità dell’arsenico è nota da tempi remoti. L’esposizione acuta a questo metalloide ha uno spiccato effetto neurotossico, letale ad alte dosi;
  • Puoi trovare informazioni anche sul nostro canale Telegram
  • un documento contenente le analisi delle acque minerali più diffuse.

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